LUIGI ANDREOLI   ( Parma 3 settembre 1906 - Parma 10 agosto 1991) Alce Rossa 

Fu uno dei fondatori del movimento scout cattolico della provincia di Parma. Già iscritto all’Azione Cattolica diocesana, promosse nel 1923,a sei anni dalla nascita a Roma dell’Associazione Scout Cattolici Italiani, assieme a Padre Giuseppe Luigi Bertapelle   Brenno Gastaldi (> qui sopra), Rodolfo Vettori e ai fratelli Barbacini e Alberti, la costituzione dei due primi reparti scout cittadini, a cui si affiancarono analoghe iniziative a Borgotaro, Fontevivo e Noceto. Gli Scout cattolici formavano il servizio d’ordine al Convegno Eucaristico diocesano del 1924. Al raduno nazionale dell’Associazione che si tenne a Roma nel 1925 in occasione dell’Anno Santo, lo scautismo cattolico parmense fu rappresentato da un  consistente gruppo di Esploratori cittadini unitamente ai ragazzi del Riparto Noceto I, guidati da Don Giuseppe Cavalli . Di tutte queste iniziative Luigi Andreoli fu animatore e realizzatore instancabile, contribuendo, tra l’altro, assieme a Giovanni Vignali, alla costituzione di un Riparto scout presso la Parrocchia della Santissima Trinità, che si doveva affiancare a quelli sorti presso i Salesiani in via Saffi e gli Stimmatini in Oltretorrente, andandosi a inserire, secondo il progetto pastorale del Vescovo Conforti, nelle zone socialmente più degradate della città. Andreoli fu il primo Capo brevettato dell’ASCI parmense (con il numero 89!), avendo conseguito la nomina il 22 ottobre 1927, dopo aver frequentato, nell’agosto 1926, il Campo Scuola interprovinciale di Marola (RE), presso la Pietra di Bismantova diretto da Mons. Emilio Faggioli e Carlo Baietti. Invisa al Fascismo, l’Associazione degli Scout Cattolici veniva sciolta nel maggio 1928 da Papa Pio XI, per prevenire l’intervento governativo ormai imminente. Nei diciassette anni che seguirono, durante i quali era
stata proibita ogni attività, la fiamma dello scautismo venne tenuta accesa a Parma da Don Ennio Bonati  che raccolse intorno a sé qualche giovane collegandosi con il gruppo delle
Aquile Randagie di Milano, svolgendo campi e attività clandestine in Val Codera.A guerra finita, a Borgo Val di Taro, Busseto, Fidenza, Fontevivo, Fornovo Taro, Noceto, Salsomaggiore e Zibello si ricostituirono i riparti scout e a Parma, grazie all’iniziativa di Don Ennio Bonati e di Luigi Andreoli, riprese l’attività, che arrivò a consolidarsi progressivamente dando vita  a unità efficienti e operative. Passarono per queste unità scout numerosi giovani che si distinsero in vari settori nella società, occupando posizioni anche importanti e mettendo ovunque a frutto l’insegnamento ricevuto nell’Associazione da Luigi Andreoli. Dopo aver ricevuto – primo Capo del parmense - l’IPISE direttamente dalle mani di Mons. Emilio Faggioli (1883-1977), fondatore dello scautismo emiliano  , il 2 giugno 1965, in virtù del suo continuo impegno a favore dello scautismo a tutti i livelli, gli veniva conferito dal Capo Scout dell’ASCI Salvatore Salvatori il Giglio di benemerenza di Terza Classe con la seguente motivazione: «Con generosa fedeltà di servizio ha donato all’ASCI parmense, nella sua qualità di Commissario provinciale le sue doti di intelligenza e di cuore, efficacemente contribuendo allo sviluppo dello scautismo». Il 27 marzo 1977 sarebbe giunta da Bruno Tonin, Capo Scout dell’AGESCI, il Giglio di benemerenza di Seconda Classe. Andreoli, pur non avendo il carisma del Capo, possedette tutte le qualità
per essere una guida morale e si trovò a diventare nelle alterne vicissitudini dei primi anni del dopoguerra un punto di riferimento importante dello scautismo parmense, a cui dedicò, unitamente all’Azione Cattolica e all’Associazione San Raffaele, buona parte delle proprie energie, rimanendo in servizio fino agli ultimi anni della sua operosa esistenza. Nel 1976, unendosi ad alcuni Capi del Parma 5, fonda presso il Convento francescano della SS. Annunziata il Gruppo AGESCI  Parma 8.  Non fu un trascinatore ma un solido punto di riferimento, una guida morale, per la sua onestà, la sua bontà, la profonda fede e la dedizione  alla famiglia. Ci ha lasciato nel 1991 dopo aver aiutato, nonostante l’età ormai avanzata, generazioni di scout a vestire la divisa, tenendo con scrupolo il Centro Forniture. Uomo di fede, Luigi visse una vita esemplare da cristiano autentico, dedito solo alla famiglia e alle attività sociali ed educative, in cui prodigò tanta parte delle sue energie. Servire, la parola d’ordine dello scautismo, fu appunto la divisa che mai smise di indossare. Egli ci ha insegnato proprio questo; che solo una vita spesa al servizio del prossimo è degna di essere vissuta. Il 23 Aprile del 2000, su proposta della Commissione Toponomastica, la Giunta Municipale di Parma gli intitolava una piazza del nuovo quartiere posto fra via Pastrengo e strada Sant’Eurosia

il Comune di Parma gli ha dedicato una Pubblica Strada all’interno del quartiere Montebello.